Si è costituito il “Comitato Italiano per la giustizia dei Cinque” per lanciare un ulteriore appello indirizzato alla società civile, alle associazioni democratiche e culturali, ai movimenti politici e ai nostri parlamentari in difesa dei diritti dei cinque agenti cubani e dell’ordinamento giuridico internazionale. Componenti :
Heidi Giuliani, Franca Rame, Manuela Palermi, Luciano Vasapollo, Fabio Marcelli, Luca Baiada, Sabina Siniscalchi, Iacopo Venier, Luciano Pettinari, José Luiz Del Roio, José Luis Tagliaferri, Franco Forconi. Coordinatore : Franco Forconi.
L’incarcerazione dei cinque agenti cubani, detenuti oramai da quasi nove anni nelle carceri statunitensi, rappresenta per molti versi una lesione dei principi internazionalmente riconosciuti dello Stato di diritto.
Una conferenza-stampa sarà tenuta entro settembre per informare sugli sviluppi della situazione e le attività del comitato.
Cinque cubani sono rinchiusi nelle prigioni statunitensi, separati l’uno dall’altro in vari Stati degli U.S. Questi cinque cubani non hanno commesso nulla contro gli Stati Uniti, non hanno violato segreti militari. Semplicemente si infiltrarono nella comunità degli “esiliati” di Miami per scoprire l’organizzazione di atti di terrorismo contro la nazione nella quale sono nati e informavano il loro paese sulle azioni terroristiche preparate dalla Florida. I loro crimini sono questi. Non hanno mai partecipato ad atti terroristici, anzi, al contrario, hanno impedito che si effettuassero almeno 170 azioni di questo genere contro la loro patria. Il governo degli Stati Uniti ha incarcerato gli uomini che stavano operando per salvare vite cubane e nordamericane dalle azioni delle organizzazioni terroriste presenti a Miami.
Da 40 anni Washington tollera l’esistenza di una rete terrorista a Miami, formata da cubano-americani di estrema destra. Si tratta di gruppi terroristici nemici di Cuba, che operano impunemente con decine di attentati con bombe e molteplici omicidi a Miami, in altre città degli USA e all’Avana. Hanno causato la morte di almeno 3500 cubani in una guerra sconosciuta alla maggioranza dei nordamericani che vivono fuori dalla Florida. Dopo decenni di proteste presso il governo degli Stati Uniti senza ottenere risultati, Cuba inviava un gruppo di uomini a Miami per osservare, vigilare e informare sui piani della rete terrorista; il loro obiettivo era proteggere le vite di innocenti a Cuba e negli stessi Stati Uniti. Gli uomini che ora sono conosciuti come i" Cinque Cubani", scoprirono dei piani dei terroristici e le consegnarono al FBI. Ma invece di arrestare i terroristi, l'FBI il 12 settembre del 1998 i Cinque Cubani che avevano dato le informazioni: Fernando González, René González, Antonio Guerrero, Gerardo Hernández e Ramón Labañino. In carcere i cinque furono tenuti in totale isolamento per 17 mesi senza vedersi tra di loro e senza vedere altri prigionieri, non riuscendo nemmeno a mantenere una relazione costante con i loro avvocati per preparare la propria difesa con le garanzie necessarie e minime per il processo. Va sottolineata una cosa importante: L'amministrazione statunitense era stata avvertita dal governo cubano circa le azioni di antiterrorismo svolte dai Cinque Cubani che furono messe a disposizione dell'FBI, agli US fu richiesta collaborazione, obbligo peraltro sancito dal diritto internazionale vigente. Sin dal primo istante era già chiaro che si trattava di un’operazione di carattere politico–repressivo, con false accuse, una infamante campagna di stampa denigratoria presentando i cinque come pericolosi nemici della società. Agli arrestati è stato negato il diritto di un processo imparziale, la giuria è stata intimidita e i testimoni minacciati da parte dell’accusa. Sono stati accusati del delitto di non aver registrato la loro presenza come agenti stranieri e per varie accuse di cospirazione e solo dopo otto mesi si conobbe la più falsa e assurda: “cospirazione per assassinio”. In tribunale vennero dimostrate diverse violazioni nei procedimenti che viziavano un processo illegittimo e nullo sin dalla sua origine. Gli avvocati difensori non ebbero accesso alla totalità delle “evidenze” che portava l’accusa, che vennero amministrate esclusivamente dal Pubblico Ministero, che in diverse occasioni, nonostante le forti proteste, presentò improvvisamente centinaia di pagine di “nuove prove” o impedì l’esame completo delle documentazioni. Dopo un processo di sette mesi, la giuria di Miami li ha considerati colpevoli di tutte le accuse senza fare una sola domanda per chiarire la causa in tribunale, durante le deliberazioni. Il rapido verdetto non è stato il risultato di un’accurata analisi dei fatti presentati ma la conseguenza di un processo realizzato a Miami, la sola città degli Stati Uniti profondamente satura di pregiudizi e sentimenti vendicativi contro Cuba. I Cinque Cubani sono stati condannati collettivamente a quattro ergastoli e 75 anni di carcere.
Giorni fa il New York Times ha segnalato il caso dei Cinque Antiterroristi cubani ingiustamente reclusi negli Stati uniti e condannati a pene abnormi con un torbido processo che si svolse a Miami, risaltando il prestigio di cui godono i Cinque patrioti a Cuba, dove sono stati riconosciuti Eroi della Repubblica. Poi James C. McKinley Jr. scrive della recente liberazione del terrorista internazionale Luis Posada Carriles, il Bin Laden delle Americhe, e come ciò evidenzi la falsità, la doppia morale antiterrorista di Washington. Carriles è stato messo in libertà dietro cauzione ($250.000) da un tribunale degli Stati Uniti. Organizzatore spietato di squadroni della morte, torturatore e assassino, abbattitore di aerei civili, bombarolo impenitente, organizzatore dell'attentato a Castro a Panama nel 2000 e assassino reo confesso del cittadino italiano Fabio Di Celmo, Posada Carriles è uno dei peggiori terroristi del XX secolo.
Ma a quanto pare le bombe sugli aerei non sono tutte uguali.
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Filmato sui 5 :La verità di fronte al mondo
Heidi Giuliani, Franca Rame, Manuela Palermi, Luciano Vasapollo, Fabio Marcelli, Luca Baiada, Sabina Siniscalchi, Iacopo Venier, Luciano Pettinari, José Luiz Del Roio, José Luis Tagliaferri, Franco Forconi. Coordinatore : Franco Forconi.
L’incarcerazione dei cinque agenti cubani, detenuti oramai da quasi nove anni nelle carceri statunitensi, rappresenta per molti versi una lesione dei principi internazionalmente riconosciuti dello Stato di diritto.
Una conferenza-stampa sarà tenuta entro settembre per informare sugli sviluppi della situazione e le attività del comitato.
Cinque cubani sono rinchiusi nelle prigioni statunitensi, separati l’uno dall’altro in vari Stati degli U.S. Questi cinque cubani non hanno commesso nulla contro gli Stati Uniti, non hanno violato segreti militari. Semplicemente si infiltrarono nella comunità degli “esiliati” di Miami per scoprire l’organizzazione di atti di terrorismo contro la nazione nella quale sono nati e informavano il loro paese sulle azioni terroristiche preparate dalla Florida. I loro crimini sono questi. Non hanno mai partecipato ad atti terroristici, anzi, al contrario, hanno impedito che si effettuassero almeno 170 azioni di questo genere contro la loro patria. Il governo degli Stati Uniti ha incarcerato gli uomini che stavano operando per salvare vite cubane e nordamericane dalle azioni delle organizzazioni terroriste presenti a Miami.
Da 40 anni Washington tollera l’esistenza di una rete terrorista a Miami, formata da cubano-americani di estrema destra. Si tratta di gruppi terroristici nemici di Cuba, che operano impunemente con decine di attentati con bombe e molteplici omicidi a Miami, in altre città degli USA e all’Avana. Hanno causato la morte di almeno 3500 cubani in una guerra sconosciuta alla maggioranza dei nordamericani che vivono fuori dalla Florida. Dopo decenni di proteste presso il governo degli Stati Uniti senza ottenere risultati, Cuba inviava un gruppo di uomini a Miami per osservare, vigilare e informare sui piani della rete terrorista; il loro obiettivo era proteggere le vite di innocenti a Cuba e negli stessi Stati Uniti. Gli uomini che ora sono conosciuti come i" Cinque Cubani", scoprirono dei piani dei terroristici e le consegnarono al FBI. Ma invece di arrestare i terroristi, l'FBI il 12 settembre del 1998 i Cinque Cubani che avevano dato le informazioni: Fernando González, René González, Antonio Guerrero, Gerardo Hernández e Ramón Labañino. In carcere i cinque furono tenuti in totale isolamento per 17 mesi senza vedersi tra di loro e senza vedere altri prigionieri, non riuscendo nemmeno a mantenere una relazione costante con i loro avvocati per preparare la propria difesa con le garanzie necessarie e minime per il processo. Va sottolineata una cosa importante: L'amministrazione statunitense era stata avvertita dal governo cubano circa le azioni di antiterrorismo svolte dai Cinque Cubani che furono messe a disposizione dell'FBI, agli US fu richiesta collaborazione, obbligo peraltro sancito dal diritto internazionale vigente. Sin dal primo istante era già chiaro che si trattava di un’operazione di carattere politico–repressivo, con false accuse, una infamante campagna di stampa denigratoria presentando i cinque come pericolosi nemici della società. Agli arrestati è stato negato il diritto di un processo imparziale, la giuria è stata intimidita e i testimoni minacciati da parte dell’accusa. Sono stati accusati del delitto di non aver registrato la loro presenza come agenti stranieri e per varie accuse di cospirazione e solo dopo otto mesi si conobbe la più falsa e assurda: “cospirazione per assassinio”. In tribunale vennero dimostrate diverse violazioni nei procedimenti che viziavano un processo illegittimo e nullo sin dalla sua origine. Gli avvocati difensori non ebbero accesso alla totalità delle “evidenze” che portava l’accusa, che vennero amministrate esclusivamente dal Pubblico Ministero, che in diverse occasioni, nonostante le forti proteste, presentò improvvisamente centinaia di pagine di “nuove prove” o impedì l’esame completo delle documentazioni. Dopo un processo di sette mesi, la giuria di Miami li ha considerati colpevoli di tutte le accuse senza fare una sola domanda per chiarire la causa in tribunale, durante le deliberazioni. Il rapido verdetto non è stato il risultato di un’accurata analisi dei fatti presentati ma la conseguenza di un processo realizzato a Miami, la sola città degli Stati Uniti profondamente satura di pregiudizi e sentimenti vendicativi contro Cuba. I Cinque Cubani sono stati condannati collettivamente a quattro ergastoli e 75 anni di carcere.
Giorni fa il New York Times ha segnalato il caso dei Cinque Antiterroristi cubani ingiustamente reclusi negli Stati uniti e condannati a pene abnormi con un torbido processo che si svolse a Miami, risaltando il prestigio di cui godono i Cinque patrioti a Cuba, dove sono stati riconosciuti Eroi della Repubblica. Poi James C. McKinley Jr. scrive della recente liberazione del terrorista internazionale Luis Posada Carriles, il Bin Laden delle Americhe, e come ciò evidenzi la falsità, la doppia morale antiterrorista di Washington. Carriles è stato messo in libertà dietro cauzione ($250.000) da un tribunale degli Stati Uniti. Organizzatore spietato di squadroni della morte, torturatore e assassino, abbattitore di aerei civili, bombarolo impenitente, organizzatore dell'attentato a Castro a Panama nel 2000 e assassino reo confesso del cittadino italiano Fabio Di Celmo, Posada Carriles è uno dei peggiori terroristi del XX secolo.
Ma a quanto pare le bombe sugli aerei non sono tutte uguali.
L'avvocato Leonard Weinglass ha spiegato che per l’udienza preliminare del prossimo 20 agosto ad Atlanta si preparano tre nuovi temi per l'appello, a beneficio dei patrioti cubani. Si spera che grazie all’articolo e alla riproduzione di altri quotidiani, per la prima volta milioni di persone in territorio nordamericano e altrove conosceranno nei dettagli le cause di queste ingiuste reclusioni dei Cinque antiterroristi cubani. Il Governo nordamericano ha sempre contato su questo, che la gente non sappia, per poter continuare con la sua arbitrarietà.
Petizione (pdf)Sito(in inglese)
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Filmato sui 5 :La verità di fronte al mondo
3 commenti:
Allucinante...
Si,lo è davvero.
ciao Lupo
bel blog,
complimenti!
Ciro
il.lupetto@libero.it
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